domenica 7 febbraio 2010

La potatura


Lavorare quotidianamente nei campi è sicuramente faticoso ma regala un approccio nuovo, per me, con la natura e con la vita. Toccare con mano, in tutti i sensi, i ritmi delle piante (circa 35000) fa comprendere molte cose. Alcune le puoi solo sentire e sono difficili da mettere su carta, tradurre in un linguaggio scritto. Altre possono essere razionalizzate più facilmente e per questo provo a scrivere qualcosa qui sul blog.
Il momento della potatura è uno dei più difficili dell'anno. E' inverno, il tempo spesso inclemente e se non piove o nevica, almeno fa freddo. E' necessario seguire il ritmo della stagione, senza opporsi. Non si può lavorare con la pioggia, non si può lavorare il giorno dopo la pioggia. 
Intanto il tempo scorre e tu sai che dovrai lavorare più intensamente nei giorni successivi perché la primavera non tarda ad arrivare. 
Per questo il momento della potatura, e poi quello della legatura, è un momento intenso. Fa freddo, sei coperto da capo a piedi, guanti e forbice in mano. Davanti alla pianta stai decidendo quali rami tagliare, quali lasciare, la lunghezza di questi ultimi, le gemme che produrranno il prossimo anno. In pochi secondi segni il futuro della pianta e della produzione. In qualche modo ricorda l'educazione di un bambino e a me ricorda in particolare un discorso che feci qualche tempo fa con Tiziana.
Il potatore mette un tutore per aiutare la pianta a crescere diritta, poi stagionalmente taglia i rami inutili, quelli dannosi e quelli che non porteranno frutto. Devi stare attento a non tagliare il ramo sbagliato, devi pensare a quelli che saranno più elastici e quindi più facili da piegare in fase di legatura senza danneggiarli.
Alla fine della giornata hai fatto quest'operazione centinaia di volte. 
Se avrai compreso bene cosa la pianta potrà fare, avrai dei buoni frutti. Se non avrai capito, avrai un raccolto mediocre. In qualche modo, ogni giorno è un insegnamento filosofico.

Si dice che la potatura sia nata quando un asino mangiò i tralci della vite e l'anno successivo la vite ebbe una produzione migliore e più abbondante. Se ce l'ha fatta un asino, posso farcela anche io.

3 commenti:

Marta ha detto...

Ce la puoi fare eccome!!
Grazie del bellissimo post..

Alessio ha detto...

Che dire.. complimenti Raf per la riflessione! Mi permetto di aggiungere un aspetto ancora più naturalistico che forse ci può aiutare ad un approccio più semplice e naturale della vita.. Tu ce la metti tutta e cerchi di dare il meglio per la tua vite: questo ramo si, questo ramo no. Ma, tranne casi clamorosi, un dubbio rimarrà sempre: "e se invece.."
Allora mi dico, sia per le piante, sia per i figli, sia per le persone a noi care, che il nostro meglio, il nostro indirizzo, il nostro taglio diamolo ragionato e cosciente fino in fondo. Ma sempre consapevoli che la natura ne sa sempre più di noi, e lei dirige: se un ramo buono nasce brutto, noi lo tagliamo (giustamente); se un parassita decide che il ramo buono è buono anche per lui, noi non avremo raccolto da quel ramo.. E dunque a volte i troppi "e se invece.." ci distraggono e non ci fanno godere della natura nella sua interezza.
Take it easy, mi ripeto a volte: ne ho bisogno.

raffaele ha detto...

@ Marta: Grassssiiiieeee...
@Ale: nella potatura l'indecisione non paga molto e, come si dice, il dottore pietoso fece la piaga purulenta (o qualcosa del genere). Poi metti che la potatura serve anche a semplificare il lavoro della raccolta, della vendemmia verde etc. etc. Infine, per i parassiti il lavoro continua con tanta prevenzione e tanto altro lavoro.. come nell'educazione dei figli!!! Poi, quando fai un errore e tagli il ramo sbagliato, sai che la natura ne sa più di te e rimedierà al tuo errore: take it easy!!

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