Ci sono persone e parole che, nonostante siano fisicamente o storicamente lontani da noi, hanno segnato la nostra vita.
Ci sono esempi che vorremmo seguire ogni giorno, anche e soprattutto quando sono difficili da seguire.
Ci sono ricordi, emozioni, sentimenti, che difficilmente puoi scordare.
Ci sono eventi che scopri un po' alla volta, che ti segnano come una musica dolente e forte.
Ci sono momenti che hai impressi nella memoria, che non puoi e non vuoi dimenticare, ma che non vorresti aver dovuto vivere.
Giovanni Falcone moriva alle 17.58 del 23 maggio 1992, sull'autostrada A25 nei pressi di Capaci, in Sicilia. Con lui gli uomini della scorta: Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo. Con lui sua moglie Francesca Morvillo.
La sensazione di vuoto, per me che comunque ero ancora piccolo e conoscevo poco la battaglia del giudice, fu immediata. La mafia aveva fatto saltare un intero tratto di autostrada solamente per uccidere uno dei pochi uomini che avevano il coraggio e la capacità di opporsi. L'uomo che aveva istituito il maxi processo, il primo che portasse avanti una battaglia dall'interno dello stato contro il cancro più grande della nostra società.
Questo è stato per me Falcone. Un giorno di lutto. Un pensiero ad un grande eroe. Ad un eroe molto più forte di quelli che oggi la tv e la società ci propongono. Un eroe che aveva un collega e amico, unito da un destino identico.
Grazie Giovanni, per averci insegnato molto. Speriamo di riuscire ad imparare giorno per giorno.
1 commento:
condivido assolutmaente. eravamo troppo piccoli per capire ma i lsenso di vuoto lasciato era enorme e continua a crescere.
un saluto, federica
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