Il carnevale è ormai agli sgoccioli e noi non siamo stati a guardare. Abbiamo partecipato alla vita di Offida ed alle sue feste, in particolare al "Bove Finto". Tutto inizia alle 15.00 circa del venerdì, seguendo un percorso prestabilito lungo il quale viene offerto vino e cibo. Ogni tappa è organizzata da una famiglia o una confraternita e tutti coloro che seguono il bove possono mangiare e bere in allegria. L'animale intanto segue il suo percorso senza sosta circondato da un nugolo di persone agghindati con il classico vestito rosso chiamato "guazzarò" che ricorda gli antichi abiti degli addetti al macello (secondo una delle ricostruzioni storiche). La festa, la corsa e le bevute continuano fino a sera inoltrata quando il bove viene finalmente incatenato ad una colonna del palazzo comunale dove verrà simbolicamente ucciso. Infatti, come si può vedere anche dalle foto, sotto il sostegno di legno a forma di toro, si danno il cambio alcuni offidani fra i più fedeli alla festa che per un giorno non fanno altro che correre e scontrarsi.
Le foto sopra mostrano alcuni momenti della festa e della corsa, mentre la quarta foto mostra Dwight nel suo nuovo "guazzarò" e il piccolo Bacco (il vero re della festa) con la bandana rossa al collo, pronto per correre dietro al bove.
Ma la festa per Offida non è solamente questo. Carnevale significa anche accoglienza, rivedere i propri cari, trovare il tempo per un buon pranzo assieme e molto altro. Giovedì ci è capitato proprio di toccare con mano questa realtà. Nel pomeriggio, mentre eravamo in paese, siamo stati invitati da un'anziana signora, brava produttrice di tombolo, che ci ha invitato a partecipare ad una piccola festa a casa sua. Era pomeriggio inoltrato e ancora i presenti erano attorno al tavolo del pranzo. Immediatamente ci hanno offerto vino, formaggi e dolci e un posto a tavola. Dopo pochi minuti, presi gli strumenti musicali, alcuni dei presenti hanno iniziato un piccolo concerto per gli amici e la famiglia. Siamo rimasti sorpresi ed estasiati dalla semplicità e genuinità di un momento così semplice e così allegro. E immediatamente ci siamo sentiti come a casa.
E proprio queste sono le congreghe del paese, delle famiglie allargate agli amici che ogni anno, allegramente, si ritrovano, festeggiano e si sfidano. Entrare nel cuore della congrega del "Ciorpento" (era questo il nome del gruppo) è stato davvero una sorpresa, un onore e un piacere!
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