Mark Twain è un grande scrittore americano e le sue opere hanno spesso segnato la nostra gioventù. Le avventure descritte da lui lungo il fiume Mississippi hanno dato sfogo alla fantasia e ci hanno fatto scoprire un mondo lontano popolato di mille personaggi strambi ripresi da film e fumetti nei decenni successivi.
Huck è un ragazzo fortunato, saggio ed ingenuo allo stesso tempo, dotato di un grande cuore ed in contrasto con gli insegnamenti e la morale del suo periodo. Una specie di Candido di Voltaire trasferito in un luogo ed un tempo differenti.
Le sue avventure sono il seguito di quelle già scritte in un altro libro con Tom Sawyer, e ci parlano di schiavismo, paura, natura, lotta, redenzione e abiezione nell'america del sud del 1884.
Huck è un quasi orfano che al compimento dei 18 anni diventerà ricco grazie ad un tesoro che ha trovato con il suo più grande amico Sawyer. Il padre, dispotico e cattivo, torna a reclamare lui e i suoi soldi e la sua unica speranza è la fuga. La fuga dalla violenza del genitore e, solo in parte, dalla donna che lo voleva educare a dei sani principi sudisti. Un uomo di colore, a cui si affeziona sempre di più, sarà il suo compagno di fuga, alla ricerca di libertà per sé e per la sua famiglia, ridotti a schiavi e separati.
Lungo la strada troveranno imbroglioni pericolosi, una famiglia in eterna lotta con i vicini, un'altra che li accoglie pacificamente. Il ritratto di quei tempi è perfetto, scherzoso, ironico e sofferente.
Il libro è forse un po' troppo lungo (probabilmente l'autore veniva pagato un tot a parola in pubblicazioni settimanali sui giornali), ma non ci si stanca mai di rivivere così a pieno le sensazioni di un'infanzia spensierata e difficile, pura e travagliata allo stesso tempo.
Anche se non lo avete letto da piccoli, e soprattutto se lo avete fatto, le avventure di Huckleberry Finn è una storia che non lascia insensibili e che andrebbe riletta con il sorriso sulle labbra e la curiosità nel cuore.
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