Il seguente testo è stato trascritto dal diario personale di Bacco, Flat Coat Retriver di professione.
Eccomi di nuovo in caccia. Dopo aver portato ai miei amici le tre uova calde, è il momento di affrontare Cerbero e prendere le sue ossa.
Nel circondario Cerbero è famoso per la sua ferocia. Tutti ne hanno paura e tremano al suo abbaiare. Dalla valle si sente l'eco della sua cattiveria e persino le civette smettono di cantare la notte quando ci sono i suoi latrati. E la luna tramonta, se lui lo vuole.
Grande come una quercia, con le zampe forti come tronchi e unghie d'acciaio. Tutto nero con due occhi feroci e denti bianchi d'avorio puro. Di razza imprecisata, forse russa, forse australiana, qualcuno racconta che Cerbero fosse un cane da difesa contro gli Orsi polari oppure un pastore di Canguri o di ferocissimi Opossum brasiliani.
Ma nessuno lo conosce come me.
La prima volta che lo incontrai mi ringhiò tutta la sua ferocia contro. Con un solo latrato mi aveva pettinato le orecchie entrambe dallo stesso lato e mi aveva fatto la riga al pelo della schiena.
E non avevo ancora fatto niente. Aveva gli occhi color del sangue, come se avesse appena mangiato uno spezzatino di cinghiale. Lo guardai fisso negli occhi. Non potevo muovermi per la paura. Aveva una catena fissata al collo ed attaccata ad un albero secolare. Ma non ero sicuro che avrebbe retto a tanta irruenza.
Stavo per farmi la pipì addosso quando rimasi impietrito sullo sguardo. Quel colore rosso mi diceva qualcosa. Qualcosa che dovevo aver sentito dire dal mio padrone Dwight sugli occhi rossi.....
Mi ricordai ed alzai timidamente una parte del labbro, come in un sorriso ironico. In verità era una timida imitazione di un sorriso ironico, ma non volevo rischiare di mostrare i canini, una mossa che avrebbe decretato la mia fine.
'Mangiato pesante, vero?' Si, devo aver detto qualcosa del genere. Avevo pensato che quegli occhi rossi dovevano essere il sintomo di un'indigestione o peggio.
'Buurrrppp!!' Mi rispose Cerbero con molta gentilezza.
Pochi minuti dopo eravamo amici. Gli avevo portato una pasticca effervescente di quelle che prende il mio padrone quando ha mangiato troppo e lui si era sentito subito meglio. Da quel momento io e lui giochiamo ogni giorno , anche se nessuno l'ha mai saputo. Si perché Argo deve sempre mantenere alta la sua dignità di cagnaccio, altrimenti come potrebbe difendere il suo territorio?
Anche questa volta ci siamo salutati, io gli ho portato un osso da sgranocchiare ed un uovo fresco (visto che c'ero) e lui mi ha dato uno dei suoi ossi sepolti da qualche parte. Era ovvio che fosse dei suoi, con i segni dei suoi enormi denti. Era grande quasi il doppio di me e per portarlo a Che, Sti e Fi ci ho messo tantissimo, tanto era pesante.
I tre pastori abruzzesi non credevano ai loro occhi. Mi hanno guardato stupefatti e increduli. Hanno annusato l'osso e deglutivano piano.
Si sono radunati per qualche minuto e poi mi hanno rivolto parola. Erano pronti per rivelarmi la terza prova.
Tratto dal diario orale del nostro cane Bacco. Prossimamente altre puntate!
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